Come scegliere uno psicologo? Qual è la terapia migliore?
Scegliere uno psicologo non è difficile, ma non si sa come fare. Aspettative e dubbi di chi si avvicina ad un percorso di psicoterapia è del tutto normale. In questa pagina proverò a spiegarti in maniera generale alcune delle caratteristiche principali.
I consigli delle persone che ci circondano possono sia farci piacere, farci sentire non soli, ascoltati ma possono anche accrescere in noi un senso di confusione o farci sentire sbagliati.
L’obiettivo di un percorso di terapia psicologica non è raccogliere un elenco di “buoni consigli”, ma analizzare e rispondere ai propri bisogni, riscoprire le proprie priorità, trovare strategie diverse e migliori per affrontare problemi. Diventa così possibile trovare nuovi comportamenti e strategie da poter mettere in atto, sentendoci più liberi da vecchi schemi e circoli viziosi che si ripetono andando a creare nuovi strumenti per raggiungere il nostro benessere.
QUAL É LA TERAPIA PSICOLOGICA/PSICOTERAPIA MIGLIORE? COME SCEGLIERE UNO PSICOLOGO?
Alle persone che decidono di intraprendere un percorso psicologico sorgono spontanee due domande:
- Qual è la terapia migliore?
- Come scelgo se l’approccio di quel terapeuta è migliore di un altro?
Le risposte sono le stesse: dipende.
Non sapendo, neanche la comunità scientifica, rispondere a queste domande penso sia più utile presentare il mio approccio in cosa consiste quello che faccio io.
Il mio approccio parte dalla premessa che il nostro modo di pensare influisce sul comportamento e sulle emozioni. La terapia cognitivo-comportamentale lavora soprattutto sul presente con lo scopo di permettere di comprendere come i pensieri e convinzioni di oggi, create e strutturate nel passato durante la crescita, determinino le difficoltà emotive e comportamentali. La terapia cognitivo-comportamentale è tra quei tipi di psicoterapia che provano a restituire al paziente degli strumenti per la gestione delle proprie difficoltà. Un aspetto centrale si basa sull’idea che non può essere il singolo intervento settimanale del terapeuta a produrre un cambiamento. L’ascolto, da solo, fa fatica a produrre il cambiamento; se ci mettiamo nelle condizioni di agire in prima persona, possiamo cambiare.
I 5 PUNTI DEL MODELLO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
- Terapia pratica e concreta: si focalizza sui problemi e sui sintomi non perdendosi in interpretazioni personali.
- Centrata sul presente: l’analisi dell’infanzia può essere utile per comprendere come si sono sviluppati i problemi. L’analisi del passato può aiutare a comprendere come si sono strutturati. Ma questo non permette di risolverli. La terapia cognitivo-comportamentale si occupa di come i sintomi vengono mantenuti nel presente.
- Breve: predilige interventi brevi, focalizzati e strutturati.
- Attiva: l’alleanza tra terapeuta e paziente permette di adattare strumenti pratici per superare le difficoltà e sperimentare nuove situazioni. Si preoccupa di verificare i progressi e le difficoltà incontrate in modo da controllare se gli scopi sono stati raggiunti.
- Collaborativa: il terapeuta è l’esperto della mente, il paziente è l’esperto di sé stesso. Insieme possono trovare la soluzione più adatta per raggiungere il proprio benessere e realizzare i propri scopi.
- Scientifica: la terapia cognitivo-comportamentale ha efficacia dimostrata scientificamente per molti disagi, difficoltà e disturbi e si basa sulla ricerca scientifica.